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Tecnologie Studio Dentistico Pietroniro

Le Tecnologie che utilizziamo nel nostro Studio Dentistico sono molto importanti per il paziente, soluzioni che permettono diagnosi migliori o procedure più veloci in assenza totale di dolore o ansia.

Diagnodent: la tecnologia per capire tessuto sano da quello malato

Con i bambini la chiamiamo penna magica. Ma cos’è realmente il Diagnodent?

Tre diverse fasi operative si integrano a vicenda per offrire una attendibile e precisa diagnosi di carie:

  • L’occhio esperto dell’operatore soprattutto se dotato di sistemi di ingrandimento
  • Gli esami radiografici (radiografie endorali)
  • Il Diagnodent e il Diagnocam

Anche le carie in fase precoce e nascoste possono essere diagnosticate con l’ausilio della fluorescenza utilizzata dal diagnodent.

La maggior parte delle carie insorge su due delle varie superfici del dente:

  • Quella rivolta verso l’arcata opposta, detta “occlusale”; quindi la superficie che mastica.
  • Le due superfici rivolte verso i denti accanto, dette interprossimali. La superficie verso il dente più anteriore si chiama “mesiale”, quella rivolta verso il dente posteriore si chiama “distale”.

In entrambi i casi il Diagnodent ci aiuta in modo determinante.

La sonda laser di questo strumento permette una misura oggettiva del grado di demineralizzazione dello smalto del dente. Inoltre ci indica una misura numerica che ci fornisce informazioni sulla gravità della lesione. Quindi potremo misurare successivamente eventuali sue variazioni.

Soprattutto potremo distinguere il tessuto sano da quello malato.

Quando il fascio laser della sonda attraversa il tessuto dentale il display del diagnocam fornisce un dato numerico che indica la presenza di carie nelle zone dove l’ispezione clinica o la visione delle radiografie ha lasciato dubbi sulla corretta diagnosi.


Terapie Odontoiatriche con la soluzione Laser Assistita

La tecnologia laser può migliorare i nostri trattamenti? La luce laser ci aiuta in due processi fondamentali durante il trattamento non chirurgico della piorrea:

  • Abbatte la carica batterica decontaminando i tessuti.
  • Stimola e accelera i processi di riparazione e guarigione.

 All’interno delle tasche parodontali (intorno ai denti) o perimplantari (intorno agli impianti) inseriamo un colorante che impregna i tessuti infetti e infiammati.

Successivamente esponiamo i tessuti così colorati alla luce del laser.

I fasci di luce laser ad una certa lunghezza d’onda colpiscono il colorante e liberano energia che uccide i batteri presenti. Inoltre agisce sui mitocondri delle cellule accelerando  quindi il processo di guarigione. La luce del laser attiva le molecole colorate e trasferisce la loro energia all‘ossigeno presente a livello locale.

Il processo produce ossigeno altamente aggressivo che distrugge una grande quantità dei batteri presenti nel biofilm. La terapia laser permette di utilizzare tecniche mini invasive, indolori, senza effetti collaterali ed in tempi brevi.

Utilizziamo la terapia laser sia durante le sedute di Scaling & root planing iniziale che come terapia di mantenimento.

Possiamo decidere di utilizzare il laser anche durante la chirurgia di correzione dei difetti che la piorrea o la perimplantite produce perchè sfruttiamo le sue proprietà di decontaminazione dei tessuti e delle superfici degli impianti.

Nel caso di lesioni intorno agli impianti il laser ci permette di agire con efficacia sui tessuti infiammati e infetti; soprattutto decontamina la superficie di metallo degli impianti senza modificarla o deteriorarla.

Studi clinici hanno dimostrato che l‘infiammazione viene bloccata, favorendo la guarigione e riducendo la profondità delle tasche.


Analisi Spettrofotometrica

Cos’è l’analisi spettrofotometrica del colore? Come procede il dentista per scegliere il colore perfetto per i tuoi denti. Sicuramente lo hai notato avvicinare un campione in resina o in ceramica al dente da restaurare e pronunciare una sigla (p.es. A3, oppure B2).

Il risultato era abbastanza empirico e influenzato da molti fattori, non ultima la luce della stanza.

Per la scelta del colore noi usiamo l’analisi spettrofotometrica. Disponiamo di uno spettrofotometro, un macchinario che permette una rilevazione oggettiva del colore.

Quali vantaggi?

Così non solo abbiamo molte meno probabilità di commettere errori ma anche la possibilità di misurare i risultati ottenuti dalle procedure di sbiancamento.

Lo spettrofotometro può essere applicato su zone diverse del dente. Fornisce così una mappa del colore dei. Infatti ogni dente si caratterizza per gradazioni diverse del colore a seconda della zona anatomica.

E’ in genere più scuro nella parte vicino alla gengiva, tende ad essere più chiaro e più traslucente vicino al margine.

La scelta del colore, quindi, è un processo più complesso di quanto si possa pensare.

Lo spettrofotometro ci aiuta a disegnare una mappa che divide la superficie del dente in zone con predominanza di un colore ed altre con prevalenza di un altro colore.

Quando ci serve?

Usiamo lo spettrofotometro ogni volta che dobbiamo scegliere il colore di un materiale da restauro.

Per esempio quando eseguiamo una ricostruzione dopo l’asportazione di una carie scegliamo la resina composita del colore più adatto.

Quando eseguiamo un dispositivo protesico, per esempio una corona in ceramica, mappiamo un dente naturale adiacente a quello da sostituire per scegliere il colore più simile.

Facciamo sempre una rilevazione che precede lo sbiancamento dentale e un’altra dopo, così da poter avere un riscontro oggettivo del risultato ottenuto.

Lo spettrofotometro può misurare con precisione le performance dei sistemi di sbiancamento e fare periodicamente il check-up del colore per programmare con precisione il timing dei successivi interventi.


Tac cone beam

Il cone beam, in italiano fascio conico, indica un metodo radiografico che fornisce immagini tridimensionali delle ossa mascellari.

Un altro strano nome, questa volta per indicare uno strumento di alta tecnologia. Rappresenta una rivoluzione nella radiologia odontoiatrica perché rende disponibili le immagini tridimensionali all’interno dello studio dentistico.

Il paziente è esposto ad una dose di raggi relativamente bassa rispetto alle metodiche tradizionali.

Perché avere immagini tridimensionali?

La possibilità di osservare le strutture anatomiche nei tre piani dello spazio anziché in due dimensioni permette di fare diagnosi molto più precise. Soprattutto ci permette di operare chirurgicamente con precisione e margini di sicurezza molto più elevati.

Quali sono le applicazioni specifiche?

Nella chirurgia dei denti del giudizio, soprattutto inferiori, le immagini tridimensionali permettono di conoscere dettagliatamente i rapporti tra le radici e il canale in cui è contenuto il nervo mandibolare del trigemino. Inoltre ci mostrano gli spessori di osso presenti intorno ad ogni livello del dente.

Nella chirurgia degli impianti la radiologia 3D permette di pianificare con elevata precisione le dimensioni degli impianti e la loro posizione nei tre piani dello spazio.

Infatti, i software che gestiscono le immagini permettono di simulare graficamente le posizioni degli impianti. Eventualmente anche di ripetere nella realtà la posizione pianificata attraverso l’uso di dime chirurgiche.

Con la possibilità di ridurre la zona interessata alla radiografia e la conseguente diminuzione dei raggi somministrati, il cone beam si sta facendo largo anche nell’endodonzia.


Ortopanoramica Digitale

Mi capita spesso, quando consiglio ai miei pazienti di eseguire un quadro radiografico completo, di sentirli affermare: “un’ortopanoramica!” No, l’ortopanoramica non è una radiografia di prima scelta per formulare una corretta diagnosi dei problemi dentali o parodontali.

Le radiografie più indicate a renderci una visione dettagliata dei denti e dell’osso che li circonda sono le cosiddette rx endorali. Sono lastrine che si eseguono alla poltrona. Si compongono in un quadro che chiamiamo status radiografico e che in genere ne comprende 21.

L’ortopanoramica, o panoramica delle arcate dentarie, è un esame radiografico con cui studiamo le arcate dentarie, le ossa mascellari, i seni mascellari e le strutture ossee delle articolazioni temporo-mandibolari.

Questa lastra serve principalmente in queste situazioni:

  • Quando dobbiamo pianificare un trattamento ortodontico, insieme ad un’altra radiografia detta telecranio.
  • Quando vogliamo valutare la posizione dei denti del giudizio e decidere l’opportunità di estrarli.
  • Nei casi in cui abbiamo bisogno di una visione complessiva delle ossa mascellari o dei seni mascellari.

Nel nostro Studio abbiamo la possibilità di eseguire ortopanoramiche con un’apparecchiatura digitale che permette di ridurre al minimo l’esposizione ai raggi.

Ricorda che qualsiasi tipo di radiografia va eseguita facendo indossare al paziente dei dispositivi che schermano i raggi e proteggono l’esposizione di parti del corpo non interessate alla visione radiografica.


Telecranio: diagnosi radiografia del cranio

Il telecranio, o radiografia del cranio in proiezione latero-laterale, come si chiama in gergo scientifico, è una lastra che mostra le strutture scheletriche della testa di profilo. Sono visibili, in parte, anche i tessuti molli superficiali del viso come le labbra e il naso.

Il telecranio si esegue con la stessa apparecchiatura dell’ortopanoramica e del cone beam. L’esame dura 10-15 secondi, è completamente indolore e non richiede alcun tipo di preparazione.

A cosa serve?

Il telecranio consente di eseguire una serie di misurazioni attraverso linee e angoli rilevati sulle strutture anatomiche.

E’ quasi sempre indispensabile prima di affrontare un trattamento ortodontico.

Infatti, il tracciato cefalometrico che consente di costruire rappresenta una guida fondamentale per calcolare la posizione corretta dei denti rispetto alle ossa del cranio.

Il tracciato cefalometrico fa parte del complesso di analisi necessarie per formulare una corretta diagnosi ortodontica. Consente di valutare con precisione i rapporti reciproci di mascellare superiore e inferiore. Seguite l’esempio che segue.

Visitiamo un bambino durante la fase di crescita.

Ci accorgiamo, osservandolo, che la sua mandibola è prominente rispetto all’arcata superiore.

Questo potrebbe essere il risultato di almeno 3 tipi di anomalia:

  • La mandibola del bimbo sta crescendo troppo rapidamente, per esempio perché la sua lingua spinge, durante la deglutizione, sugli incisivi inferiore invece che sul palato.
  • Il mascellare superiore del bambino cresce troppo poco, per esempio perché respira con la bocca invece che con il naso
  • Sono vere entrambe le cose: quindi la mandibola sta crescendo troppo e il mascellare superiore troppo poco.

In un caso come questo l’unica possibilità di eseguire una diagnosi corretta è tracciare linee e angoli (analisi cefalometrica) su un telecranio. Rende ben visibile anche il rapporto degli incisivi superiori e inferiori con le labbra e con le ossa mascellari e questa caratteristica lo rende utile anche in alcuni casi di riabilitazioni implantoprotesiche complesse.

Il nostro obbiettivo primario è quello innanzitutto di informare i genitori ed il paziente stesso sullo stato di funzione e di salute del sistema stomatognatico e solo successivamente proporre la terapia adeguata.

Fondamentale, a priori, l’analisi attenta del paziente sia dal punto di vista statico che dinamico, l’età, le funzioni, la necessità di agire in quel momento specifico dello sviluppo, la collaborazione, la motivazione dei genitori.


Diagnostica con Test Salivari

I test salivari sono un metodo moderno, semplice e non invasivo per stabilire il rischio di carie individuale.

Possiamo eseguirli a tutte le età e con piccole precauzioni, (non bisogna aver assunto antibiotici nei giorni precedenti al test, mangiato e lavato i denti con dentifricio e collutorio nelle ore precedenti…).

Dopo aver masticato per qualche minuto una compressa di paraffina, raccogliamo la saliva in un apposito bicchierino. La usiamo quindi per eseguire due test specifici:

  • Il primo, più rapido, riguarda il potere tampone della saliva. Valutiamo cioè quanto per quantità e qualità la saliva riesce a svolgere la sua funzione di protezione da alcuni specifici batteri responsabili della carie dentale. Con l’aiuto di una striscia test e di uno speciale sistema di indicazione a colori, già dopo 5 min possiamo leggere il risultato.
  • Il secondo ci da informazioni sulla presenza o meno di due batteri indispensabili per il formarsi di carie, lo streptococco mutans e il lattobacillo acidofilo. La stessa saliva raccolta per il primo test viene messa in un terreno di coltura a 38°C per 48 ore, trascorse le quali verifichiamo il risultato.

Potremo così formulare per ogni singolo paziente il giusto protocollo di prevenzione.

I testi salivari ci permettono di programmare la cadenza dei controlli e dei richiami periodici di igiene. Inoltre possiamo programmare il numero delle applicazioni di gel al fluoro da fare durante l’anno e seguire meglio l’alimentazione e le abitudini di vita.

Stabilire precocemente il livello di rischio carie nei bambini più piccoli, ancora in dentatura da latte, è sicuramente un grande aiuto per iniziare un programma di prevenzione mirato. Soprattutto eviterà il ripetersi degli stessi problemi nei denti permanenti quando saranno grandi.

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