Rigenerazione ossea guidata (GBR)
Tutte le volte che ci troviamo a dover rimettere dei denti persi e che vogliamo farlo attraverso l’implantologia dobbiamo fare i conti con la quantità di osso a disposizione. Infatti gli impianti possono supportare correttamente dei denti se sono saldamente fissati in volumi di osso adeguati per quantità e qualità.
Ci sono diverse situazioni a causa delle quali il volume di osso può diminuire e divenire insufficiente per contenere un impianto. In alcune di queste situazioni possiamo ricorrere a tecniche di rigenerazione ossea.
La prima e più frequente causa di perdita di volume osseo è la perdita di un dente. Infatti dopo la perdita di un dente, che sia per estrazione o per perdita da altra causa, l’osso che residua intorno a quel dente diminuisce di volume nell’arco di 3/4 mesi.
In questo specifico caso c’è la possibilità di attuare una procedura rigenerativa che è detta “preservazione di cresta” attraverso la quale possiamo compensare in buona parte questo sgradito processo.
La tecnica consiste nell’inserire nell’alveolo che residua subito dopo l’estrazione del dente un biomateriale ricoperto da una membrana in collagene che lo mantiene nell’alveolo. In questi casi i materiali più utilizzati sono biomateriali di origine animale, per lo più bovino o suino.
Questa tipo di rigenerazione ossea richiede un’attesa di circa 4-5 mesi prima che il sito dove prima era il dente possa essere utilizzato per inserire l’impianto. Un altro motivo frequente di diminuzione dei volumi ossei è causato dalla parodontite.
I pazienti che soffrono di questa insidiosa malattia vanno incontro nel tempo, se la malattia non viene curata, ad un progressivo riassorbimento di osso che può pregiudicare la possibilità di utilizzo di impianti in caso di perdita dei denti.
Anche nei casi in cui una parte o tutta la mascella rimane senza i denti il volume dell’osso diminuisce. Infatti le dimensioni dell’osso, in tutti i distretti del nostro corpo, sono mantenute tali dalla funzione, nel nostro caso quella masticatoria
La mancanza di stimoli meccanici provenienti dalla masticazione e veicolati nell’osso dalle radici dei denti provoca nel tempo atrofia dell’osso che prima conteneva le radici dei denti. E’ il caso di pazienti che portano da lungo tempo delle protesi parziali o totali rimovibili.
In tutti questi casi di carenza di volume di osso abbiamo a disposizione tecniche di rigenerazione ossea che possono ridarci osso per inserire degli impianti.
I materiali che possiamo utilizzare a questo scopo sono principali:
- Osso autologo, cioè osso prelevato da un sito donatore del medesimo paziente che deve ricevere la rigenerazione ossea. Può essere prelevato dalla mandibola oppure dal mascellare superiore.
- Materiale eterologo, che può essere di origine animale oppure creato sinteticamente. A volte è possibile usare una miscela delle due soluzioni sopra descritte.
Le metodiche di rigenerazione ossea prevedono il posizionamento del materiale, indipendentemente dal tipo, nella zona che deve essere rigenerata, e il successivo posizionamento di sistemi che servono a mantenere il materiale nella posizione voluta.
Questi sistemi sono rappresentati da membrane o da griglie. Le membrane sono spesso in collagene e sono in genere riassorbibili, vengono cioè rimaneggiate e digerite dal nostro sistema immunitario e non hanno bisogno di essere rimosse.
Le griglie sono invece, in genere, in titanio e devono essere rimosse, dopo un periodo più o meno lungo. Esistono anche sistemi misti, per esempio membrane rinforzate in titanio. Anche queste necessitano di rimozione.
In questi casi i tempi di rigenerazione ossea sono di almeno 6 mesi. Dopo tale periodo è possibile utilizzare il nuovo osso proveniente dalla rigenerazione per inserire gli impianti e ridare i nuovi denti fissi ai nostri pazienti.
Se vuoi parlare con la segreteria puoi farlo comodamente telefonando allo Studio Dentistico del Dr. Stefano Pietroniro.